Tutto comincia con Atlanti Migranti, un laboratorio/concorso in cui ai partecipanti viene posta la seguente domanda: quale oggetto porteresti con te in viaggio? I disegni, gli acrostici e le costellazioni fantastiche nati dalle risposte hanno ispirato l’idea di una mostra.
Nasce così Da un Capo all’Altro, una mostra interattiva dedicata al viaggio in cui si gioca ad attraversare arcipelaghi fatti di comodini, cassettiere ed armadi che custodiscono più di 200 vestiti blu.
Negli spostamenti tra gli arcipelaghi, infatti, si incontrano abiti, la cui radice, Habitus, è la stessa di Habitat, abitare. Alla luce di questa connessione ogni abito si manifesta come un raccoglitore di esperienze, una tessitura tra luoghi, uomini e culture. Da un Capo all’Altro invita ad interagire con i vestiti aprendo ante e cassetti, utilizzando paradossalmente l’intimità dell’arredo domestico e del vestiario per parlare dell’esperienza che più di tutte mette l’uomo in relazione con l’Aperto e l’Altrove. In questo capovolgimento accade che gli abiti, seguendo delle semplici indicazioni, diano vita a dei mondi interattivi poetici e anche che i mobili perdano la loro fissità, potendosi aprire ed esplorare da più lati.
In questo gioco d’arte contemporanea il capo non ha quindi soltanto una valenza geografica, non è soltanto un braccio di terra che si allunga nel mare per tendere la mano ai viaggiatori e spalancare gli approdi. Un capo è anche un oggetto familiare in cui si infilano i corpi e le culture, il senso del mondo e i colori del destino. È per queste ragioni che Da un Capo all’Altro è anche un attraversamento nel blu notturno e stellato di tutti gli abiti ricevuti in dono dalla comunità, come per vestire i sogni di tutti e poter cucire il destino terreno del viaggio al manto protettivo delle stelle.
In questo itinerario, fatto di sensibilità sommerse da scoprire e comprendere, è anche possibile utilizzare il proprio smartphone per accedere a dei contenuti speciali, gli Scampoli di Scienza e Geografia: dopo aver attraversato, senza alcuna velleità di esaurirne la molteplicità, il caleidoscopio di esperienze di cui è fatto un viaggio, tra geografie e anatomie umane sarà raccontato il modo in cui i corpi sono fatti.
Nell’andare irripetibile di ogni vita, un richiamo alle radici comuni da cui arriviamo.